"Quando un albero è ferito, cresce attorno a quella ferita" Peter A. Levine

sabato 9 giugno 2012

Vino fa buon sangue: davvero?... alla guida?


Da più di un anno mi occupo di tenere dei corsi info-educativi sul tema 'Alcol e Guida' per persone fermate alla guida in stato di ebbrezza e devo dire che sono moltissime le riflessioni e gli apprendimenti che ho maturato in proposito.
Dal 2011 questi corsi sono obbligatori in Emilia Romagna per tutti coloro che, fermati dalle Forze dell'Ordine, sono stati trovati 'ebbri' alla guida, ovvero con una concentrazione di alcol nel sangue superiore a 0,5 g/l o, in caso di neo-patentati e autisti professionisti, superiore a 0,0 g/l.
Non è facile costruire un buon clima di gruppo con persone che vi partecipano perché obbligate dalla legge. Questo presupposto è sovente una delle cause del 'malumore' generale con cui questi gruppi si aprono. Nell'aria dell'incontro aleggiano rabbia, rancore, vergogna e paura di essere giudicati, che spesso portano i partecipanti a sentirsi vittime di una concatenazione di eventi. E' facile che gli incontri inizino con dei tentativi più o meno decisi di sminuire l'accaduto e/o di attribuirne la responsabilità alle istituzioni, descritte come troppo rigide, interessate solo a ricavare un guadagno, multando gli automobilisti e comunque complici nella pubblicizzazione e nella commercializzazione delle bevande alcoliche. Nonostante queste partenze, spesso faticose, è però interessante vedere come il clima del gruppo poi evolva e come l'incontro delle persone e la condivisone delle loro esperienze, consenta di osservare le varie opinioni con occhi diversi, costruendo insieme una visione più completa e più complessa dell'argomento.
Uno dei temi faticosi di questi incontri è il rapporto con l'alcol.
Essere inviati dall'Autorità Giudiziaria a partecipare ad un corso info-educativo sull'alcol, è da molti partecipanti vissuto come stigmatizzante ed allusivo alla presenza di un problema di alcolismo.
Rispetto a questo, credo che sarebbe interessante approfondire che significhi questo termine, tanto temuto e stigmatizzante, quanto confusivo e poco chiaro al giorno d'oggi. Del resto in presenza di una legge che vieta la guida in stato di ebbrezza con l'obiettivo di 'creare' strade più sicure, è difficile escludere a priori che colui o colei che supera tal limite non abbia perso, almeno in parte, il controllo su un proprio comportamento... aspetto questo altamente correlabile ad una condizione di 'dipendenza'.
Mi chiedo inoltre quanto un limite di alcolemia di 0,5 g/l risulti aleatorio, crei confusione rispetto a cosa significhi 'bere il giusto', espressione questa che trovo oltremodo fuorviante e pericolosa..... laddove il concetto di 'giusto' cambia costantemente in relazione a colei o a colui che lo formula e, parlando di alcolemia, l'andamento di questo valore cambia non solo in rapporto alla quantità di alcol ingerita, ma anche alle caratteristiche fisiche e psichiche del consumatore.
Pensando a strade e ad auto, è innegabile che 'guidare' comporti grandi poteri: velocità, forza, anche distruzione... basti fare attenzione allo spropositato numero di animali, che giacciono ai lati delle strade .. senza vita e agli incidenti stradali che sono nel nostro paese la seconda causa di morte...la prima tra le fasce più giovani. Come viene detto nel film dell'uomo ragno: "Da un grande potere derivano grandi responsabilità", ed è naturale chiedersi cosa impedisca talvolta alla persona di farsene carico.
Quando si parla di alcol è poi inevitabile imbattersi in un mare di contraddizioni. Basti pensare al detto 'vino fa buon sangue', che nulla ha a che vedere con la tossicità innegabile della molecola alcolica, che è rintracciabile nella birra così come nei prodotti per pulire vetri e pavimenti.
Eppure ancora oggi alcuni medici 'prescrivono' un bicchiere di vino al giorno, dicendo che 'fa bene'. Non si può negare che nella soluzione liquida del vino siano presenti ANCHE sostanze che, individualmente possono essere funzionali all'organismo, ma che nella bevanda alcolica sono comunque mescolate con molecole di alcol. Ai miei occhi sarebbe un po' come dire che un bicchiere di acqua, sostanza necessaria e benefica per la vita e la sopravvivenza, con dentro 5 o 6 gocce di detersivo per i piatti, faccia bene. Chi sarebbe pronto a sottoscriverlo? Chi sarebbe desideroso di bere quel bicchiere, anche ammesso che il sapore fosse gradevole?
E allora perché tanta fatica a riconoscere questa verità scientifica persino da parte di alcune figure sanitarie?