Mi è capitato di recente di avere la fortuna di fare alcune scoperte su me stessa. Di sentire e provare sentimenti ed emozioni che non avevo prima ascoltato, ai quali prima non avevo dato importanza, o più sinceramente sentimenti che non volevo riconoscere e riconoscermi.
Detto questo, trovo che sia stato fondamentale per me poter fruire di uno spazio d'incontro facilitante, che mi aiutasse a meglio centrarmi su me stessa.
Chi mi ha ascoltato era lì per me. Ascoltava senza giudizio, entrava delicatamente nei miei contenuti e mi aiutava a guardarli da tante diverse angolazioni. Mi ha portato a guardarmi dentro, ha facilitato uno sguardo pulito, scevro da giudizio, dai miei giudizi innanzi tutto.
Ho potuto così confessarmi sentimenti di amore ed odio che provo, che sento per persone che incontro. Sentimenti, entrambi, che mi mettono a dura prova....eppure in questo momento sento che c'è spazio e diritto anche per loro, per questa parte del mio sentire, prima scomoda, ora legittima... sento quanto sia potente riuscire a guardare a me stessa con tenerezza, persino quando ciò che sento, macchia un po' quell'immagine ideale di me che a lungo ho cercato d'imitare e perseguire.
In questo momento sento che rivolgo lo sguardo a queste mie sfumature, ai vissuti sottostanti, che scorgo ogni qual volta sento e riconosco una mia emozione e mi chiedo 'che dice di me? Sentirla qui, in questo momento, di fronte a questa persona cosa mi narra dei miei bisogni, dei miei desideri, delle mie paure?' ... e quindi mi accorgo che lo sguardo, prima proteso all'esterno, di nuovo torna a me, in un fluire delle cose, che è innanzi tutto fluire mio, del mio apprendimento su me stessa, della mia crescita.
In questo giorno di vigilia, mi accorgo di questo grande regalo che sto iniziando a scartare, che è lo sguardo tenero verso quello che sono, la benevolenza verso il mio modo di essere.
Qualcuno in passato ha scritto 'Niente è vero, tutto è permesso' - mi piace pensare che si riferisse all'unicità di ogni creatura, all'infinito numero di possibilità di essere ed all'assurdità di pensare per assolute verità, spesso ingombranti, scomode, lontane da quello che si è, ma soprattutto da quello che si sente.
Buon Natale!
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