"Quando un albero è ferito, cresce attorno a quella ferita" Peter A. Levine

martedì 26 luglio 2011

la strada che sento



Oggi mi sono fermata a pensare a come le direzioni che prendiamo e la sicurezza che ci da imboccare una strada....in realtà...cambino di continuo.
Mi sono accorta di come per tanto tempo sia stato facile non pormi particolari obiettivi e vivere alla giornata.
Quando esci di casa e sperimenti l'autonomia completa, trasferendoti lontano dalla famiglia..credo che hai la grande occasione di misurarti con le tue forze e con te stessa in modo profondo. Un contesto nuovo, una nuova rete da costruire, un nuovo lavoro da cercare..queste ed altre esigenze mi hanno spinto a trovare il modo di 'costruire' parte di quello che sono oggi.
Guardandomi indietro credo di essere progressivamente passata dallo 'sbarcare il lunario' allo scegliere di cosa volessi occuparmi. Inizialmente il bisogno di lavoro era tale che qualunque cosa andava bene, eppure, se ci ripenso vedo che in ogni esperienza ho maturato delle competenze, in ogni lavoro ho conseguito degli apprendimenti. Ho lavorato con bambini portatori di diagnosi e difficoltà diverse, sono stata a stretto contatto con la devianza, con la trasgressione degli adolescenti e dei giovani adulti, ho affiancato nelle loro fatiche e nel loro dolore donne, che si prostituivano per aiutare la famiglia o perchè soggiogate da minacce e ritualità difficili da comprendere per la nostra cultura 'occidentalizzata', ho lavorato in carcere, ho conosciuto la sofferenza del senso di colpa, la frustrazione delle provocazioni, la falsa innocenza..ed anche quella vera, che non si proclama nemmeno più. Nella mia tarda adolescenza ho lavorato anche dietro al bancone di un bar, ho visto migliaia di visi negli orari più disparati ed ho ascoltato le confidenze più diverse, le storie più strane.
Ora sono qui, che ripenso a tutte queste esperienze, negli ultimi anni pensavo che portassero tutte in un'unica direzione, ad un'unica professione, in un unico luogo, ma ultimamente è come se la strada si aprisse, si suddividesse in strade diverse. Ricordo la poesia di Robert Frost, che parla di un uomo che, di fronte ad un bivio, prese la strada meno battuta, quella che non portava alle sicurezze assolute ed alle decisioni semplici ed immediate, ma che si apriva ad una successione di curve imprevedibili e prometteva semplicemente il cambiamento, continuo, costante. Quello che voglio dire è che oggi mi sono fermata e mi sono chiesta se il mio tendere nella direzione in cui sto andando... stia effettivamente diventando per me più un dovere che un piacere... e quello che mi stupisce è che pormi questa domanda, invece che gettarmi nel panico e nell'incertezza, mi solleva da un senso di pesantezza e mi fa sentire più libera ed aperta.....a quello che succederà..
Credo sia bello, importante avere degli obiettivi, ma mai come in questo momento ho sentito i rischi connessi a centrarsi verso un 'Arrivo'..come se solo da quello dipendesse la propria realizzazione. Ora sento che per me è meglio esplorare le strade sterrate della campagna con la mia bicicletta, sentire il profumo dell'aria entrarmi dentro e perdermi a guardare i colori e le sfumature delle cose... lascio ad altri la corsa nell'autostrada mono-direzionale, io voglio dare fiducia al mio ritmo ed al mio intuito.

1 commento:

  1. È quella sensazione di strana felicità che non ha motivo apparente di esistere che ti prende, camminando per strada, una mattina di fine estate. :)

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